Solo con il mio grosso culo e le mie grandi tette, mi sono lasciato andare al piacere solitario. Sopraffatto dalla mia intensità, ho desiderato di più. Incapace di continuare, ho chiesto aiuto, accendendo un incontro selvaggio.
Ero talmente assorta nel mio auto-piacere che mi sentivo impotente.La mia mente era consumata dal pensiero allettante di essere riempita da un uomo, uno stallone brasiliano con un pacco considerevole.Il suo nome era Amor, e il suo fascino portoghese era irresistibile.Ero indolenzita nel sentire il suo cazzo duro dentro di me, per assaggiare ogni centimetro di lui.Ero così persa nelle mie fantasie, notavo a malapena i miei gemiti che rimbombavano nella stanza.Ero dolorante per il suo tocco, le sue mani sui miei seni, il mio culo, la mia pelle.Avevo voglia della sua lingua sui miei capezzoli, le sue dita sul clitoride.Avvevo voglia del suo cazzo, il suo grosso, brasiliano, per riempirmi.Ero talmente il suo debole desiderio, che non avevo ancora bisogno di lui, che dovevo farmelo venire ad aiutarlo.E sapevo che dovevo prenderlo, e che dovevo accoglierlo.Lo sapevo che non aveva bisogno di aiutarlo.